Fa un lavoro silenzioso, ci accorgiamo che c’è solo per quegli avvisi che compaiono sui tabelloni luminosi delle autostrade, eppure dalla sua comparsa una decina di anni fa ha già salvato migliaia di vite. Potenziali vittime di incidenti che non sono avvenuti proprio perché l’occhio vigile del Tutor ha scoraggiato l’alta velocità

Su molte autostrade italiane è ormai consuetudine avere come compagno di viaggio il Tutor, quello strumento che serve a calcolare la velocità media in una determinata tratta. Un sistema che si è rivelato molto utile per scoraggiare le velocità folli che fino a qualche anno fa si vedevano sulle nostre autostrade.
Per togliere ogni dubbio sul funzionamento di questa tecnologia, abbiamo incontrato la dottoressa Federica Deledda, Comandante della Polizia Stradale di Cremona.

Con quale filosofia nasce il Tutor?

Da parte della Polizia Stradale c’è la massima trasparenza, tanto che le autostrade su cui il Tutor è attivo sono ben note: questi dispositivi non hanno una funzione sanzionatoria ma piuttosto educativa. Con questo tipo di strumenti vogliamo incidere sulle condotte di guida degli utenti e bisogna dire che con il Tutor questo è successo.

 

Gli incidenti si sono ridotti nelle tratte in cui è installato il Tutor?

A distanza di 10 anni dall’introduzione gli incidenti in autostrada sono calati moltissimo tanto che, secondo i dati Istat, l’autostrada è l’ambiente di guida più sicuro, con meno incidenti rispetto alle strade urbane o alle provinciali e alle statali. Così abbiamo creato comportamenti più virtuosi: è questo che ci fa tracciare un bilancio positivo rispetto al Tutor.

 

Che velocità registra il Tutor?

Può registrare sia la velocità puntuale, cioè quella nel momento del passaggio sotto alle telecamere, sia la velocità media nel tratto interessato. La Polizia Stradale, unica a gestire i Tutor sulle autostrade, non utilizza il dato della velocità puntuale ma analizza solo la media. Alcuni gestori fuori dalle autostrade valutano la velocità puntuale, ma su tratti di strada lunghi come quelli delle autostrade non ha senso fare questo tipo di controllo.

 

Qualcuno crede che stando sulla corsia di emergenza il Tutor non si attivi…

Ce ne sono tante di credenze popolari. Andare in corsia di emergenza non risparmia dalle rilevazioni ed è inoltre una violazione pericolosissima perché è un tratto della carreggiata che non deve essere utilizzato per la marcia.

 

Quando piove il limite si abbassa a 110 km/h. Anche il Tutor si adegua?

Esattamente.

 

Lei pensa che si potrebbe utilizzare i Tutor per controllare anche lo stato di revisione e di assicurazione di un veicolo?

È nostro auspicio che avvenga o attraverso il Tutor o con altri sistemi. La Polizia Stradale ha chiesto che tra le modifiche del Codice della Strada ci sia la possibilità di fare questi controlli con questi strumenti. Il 9% dei veicoli circolanti sono senza assicurazione ed è un fatto molto preoccupante. Su alcune nostre pattuglie abbiamo già uno strumento in grado di fare la verifica delle revisioni. Questo sistema serve anche per il controllo dell’assicurazione ma per il momento non è ancora stato implementato.

 

Sarebbe possibile, su certi tratti autostradali, fare come in Germania, cioè avere tratti senza limiti o limiti variabili in base al traffico?

C’erano state diverse proposte di portare la velocità a 150 km/h su alcuni tratti nel 2010 ma non se n’è mai fatto nulla. Io credo che 130 km/h siano più che sufficienti per arrivare in sicurezza a destinazione (anche perché molti automobilisti non sono capaci di circolare in autostrada, n.d.r). Tante volte si è cercato di riformare l’esame della patente ma non sono mai stati promulgati i decreti attuativi. Purtroppo è molto diverso guidare su strade normali e in autostrada. Si è lavorato molto e bene sulle infrastrutture e allo stesso tempo l’industria dell’automotive sta viaggiando a mille sperando che molte tecnologie che oggi sono elitarie equipaggino in futuro un numero sempre maggiore di auto. Al contrario l’educazione dei nuovi automobilisti non va di pari passo all’evoluzione degli altri fattori fondamentali per la sicurezza.

 

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