Ha cambiato frontale per necessità dopo un grave incidente di gara. L’eccellente restauro di Cognolato le ha restituito però i connotati d’origine: la coupé del Biscione allestita da Ghia è senz’altro una delle “perle” battute all’asta da RM Sothebys a Monte-Carlo. Un raro gioiello prodotto in 18 esemplari, di cui solo tre risultano ancora esistenti

Con la 1900 introdotta sul mercato nel 1950 l’Alfa Romeo compie un salto generazionale nella progettazione e nella realizzazione delle sue vetture per lo più destinate a una fascia di clienti molto agiati e appassionati della guida sportiva: abbandona l’impostazione delle 6C 2500 d’anteguerra con telaio a longheroni e traverse da allestire con carrozzerie standard o specificamente create dai più celebri coachbuilder europei per aderire alla scuola di pensiero che inneggia al layout a scocca autoportante, che avrebbe consentito di ottenere vetture più compatte, agili e leggere, ancora più adatte per eccellere nelle gare di velocità in pista e nei rally da sempre nella tradizione della Casa del Portello.
La berlina, declinCata nel corso della sua fortunata carriera commerciale nelle varianti TI, Super e TI Super, fu presto affiancata dalle coupé 1900 C Sprint disegnate da Pininfarina e dalla Touring Superleggera nonché dalle 1900 Super Sprint di Zagato, caratterizzate da accenti più lussuosi o più sportivi.

Ma la tradizione delle “fuoriserie” era lungi dall’essere terminata, cosicché numerosi stilisti e carrozzieri si cimentarono sul tema partendo dal telaio 1900 accorciato per creare modelli destinati anche alle corse, conservando la meccanica di base, con motore 4 cilindri bialbero alimentato a due carburatori di 1884 cc, cambio manuale a 4 marce con comando al volante, sospensioni anteriori a ruote indipendenti e posteriori ad assale rigido, ammortizzatori idraulici, molle elicoidali e freni a tamburo sulle quattro ruote.
Tra le 1900 sportive più rare e meno conosciute un’attenzione particolare merita la Supergioiello carrozzata da Ghia.

Si ritiene che solo 18 esemplari della Supergioiello siano stati costruiti e che tre soltanto siano sopravvissuti fino a oggi. L’auto messa in vendita nell’asta di RM Sothebys che ha avuto luogo nel Principato di Monaco a metà maggio con una stima d’asta da 490mila e 580mila euro e non aggiudicata, è l’ultima delle 18 realizzate dal carrozziere torinese e si trova in condizioni eccezionali, complice anche un recente restauro completo realizzato da Cognolato, uno dei nomi più autorevoli in questo campo, che ha riportato l’auto nelle condizioni d’origine, con lo stesso colore e il medesimo numero di gara (400) sfoggiato al Rallye Monte-Carlo del 1955.


L’auto venne assemblata nel 1954 sulla base del telaio 1900 C Sprint numero 01549 e fu consegnata al suo primo proprietario, Gumersindo Garcia Fernandez di Spagna, che la immatricolò a nome del Real Automóvil Club de España. Pilota bravo e appassionato, Fernandez impiegò sovente la sua Alfa Romeo fuoriserie nelle maggiori gare di velocità in patria, a partire dalla prima edizione del Rally de los Pirineos. Il risultato più prestigioso ottenuto nel 1954 fu invece rappresentato dalla vittoria di classe alla Subida a la Dehsa de la Villa, che si disputò il 21 novembre.


Sullo slancio di quel risultato Fernandez iscrisse la sua 1900 al XXV Rallye Monte-Carlo in programma dal 17 al 20 gennaio 1955, dove terminò al 211° posto. Nel corso dell’anno il pilota spagnolo partecipò ad altri quattro rally nell’Europa meridionale, mentre a settembre l’auto fu affidata a Belén Aguilar per partecipare al Concurso de Elegancia en San Sebastián.


La 1900 Ghia fu in seguito acquistata dal Presidente del Club 600 Barcelona, Salvador Ros, che disputò numerose gare dal 1958 al 1961 proprio con l’Alfa Romeo, ottenendo tra l’altro il 10° posto assoluto al Rallye de los Pirineos 1958. Nel 1961 un incidente danneggiò marcatamente la vettura, che venne riparata in modo sommario: in particolare il frontale venne rimpiazzato da quello di una 1900 C Sprint Touring Superleggera, in quanto il disegno del musetto originale era troppo complesso da ricostruire.
Dell’auto si persero le tracce fino al 1990, quando Pablo Gemino l’acquistò e si dedicò a ricostruirne il palmares agonistico, prima di cederla al portoghese Pueche, che ritrovò alcune immagini della vettura nella sua configurazione originale, a loro volta utili per il favoloso restauro di Cognolato che ha donato alla vettura lo smalto di un tempo.

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