Arriva dal Giappone la 28esima Wide Body AMG con motore 6 litri su base SEC: un gioiello della tecnica che non teme di apparire sfrontato e molto appariscente e che anzi oggi esprime la “preistoria” del marchio di Affalterbach. Venduta all’asta da RM-Sotheby’s a 154.000 dollari USA poco tempo fa…

Con il ritorno in auge delle grandi coupé Mercedes-Benz, testimoniato dal debutto della Classe S Coupé avvenuto nel corso del 2014, i collezionisti riscoprono un grande interesse anche per le progenitrici della raffinata 4 posti con la stella a tre punte sulla calandra. Soprattutto se si tratta di esemplari molto particolari, come quello che RM-Sotheby’s ha battuto all’asta a fine gennaio in Arizona: una 560 SEC del 1989 allestita da AMG sia per quanto concerne la meccanica sia per ciò che attiene alla carrozzeria. Si tratta infatti di un raro esemplare con motore V8 a iniezione portato a 6 litri di cilindrata e dotato di scocca allargata, denominata Wide Body e ispirata vagamente allo stile muscolare dell’Audi Quattro e della prima BMW M3. Un insieme di modifiche, quello apportato alla 560 SEC illustrata in queste pagine, che se da un lato ne esalta le doti stradali, dall’altro la rende particolarmente desiderabile per la clientela più esigente proprio per la sua marcata personalizzazione estetica che rende l’auto unica ed esclusiva, probabilmente la sola elaborazione su base Mercedes-Benz che potesse essere riconosciuta, apprezzata e – alla fine – idolatrata in tutto il mondo. Non è un caso che fin da molti anni prima di tornare in Formula 1 come fornitore di motori, la Mercedes-Benz fosse comunque presente ai Gran Premi con proprio personale per ricevere ordini di auto nuove (generalmente le più lussuose, sportive e costose) dai piloti, team manager, procuratori e agenti del dorato Circus internazionale. E taluni di questi ordini riguardavano proprio vetture allestite da AMG, la struttura fondata nel 1967 da Hans Werner Aufrecht ed Erhard Melcher a Grossaspach e specializzatasi nella preparazione delle auto della Casa con la stella a tre punte.

In effetti negli anni Ottanta AMG forniva kit completi per la trasformazione delle Mercedes-Benz di serie e vendeva anche singole parti alla clientela: componenti meccaniche più prestazionali, come motori, freni, trasmissioni, sospensioni, nonché accessori per l’abitacolo, pannelli speciali per la carrozzeria, come parafanghi allargati, cofani, calandre. Tutto ciò andava a comporre un catalogo di alcune centinaia di pagine che offriva ai clienti la possibilità di allestire una vettura davvero su misura, in cui gli unici limiti all’iniziativa erano rappresentati dalla fantasia e dal budget disponibile. Solo negli anni Novanta Mercedes-Benz acquisì AMG, offrendo la propria garanzia di fabbrica anche sulle parti speciali fornite dal tuner nel frattempo insediatosi ad Affalterbach, periferia nord di Stoccarda, mentre fu necessario attendere il 1993 per vedere la prima auto marchiata AMG e venduta dai concessionari Mercedes-Benz, la berlina C36 AMG.

La 560 SEC 6.0 Wide Body battuta all’asta da RM-Sotheby’s, un esemplare del 1989, rappresenta di fatto una delle ultime realizzazioni genuinamente AMG: la coupé tedesca dispone dell’evoluzione più spinta del motore V8, con potenza portata a 385 CV grazie anche al ricorso al doppio albero a camme per ciascuna delle due bancate di cilindri e alla testata a 32 valvole. Oltre al notevole incremento della “cavalleria”, rispetto ai 279 CV del motore della 560 SEC di serie, va rilevato un poderoso innalzamento della coppia motrice, che di fatto raddoppia ed esprime il suo picco a un regime che è la metà di quello di coppia massima dell’auto di serie, 430 Nm a 3750 giri/minuto.

L’assetto, basato sull’impostazione a quattro ruote indipendenti con molle pneumatiche come sulla 560 SEC di serie, si presenta ribassato per effetto di molle e ammortizzatori specifici, destinati a meglio governare la potenza superiore di ben 106 CV rispetto al modello “base”, ma anche per via degli pneumatici a spalla ribassata montati su cerchi a 5 razze da 17” contro le coperture di serie da 215/65 R15 su cerchi da 7J. L’impianto frenante abbina ai quattro dischi l’ABS, fornito di serie già sulle SEC con motore V8.

L’impronta estetica della AMG 6.0 è inconfondibile nonostante tutte le componenti aggiuntive siano verniciate in tinta vettura: sono specifici infatti gli scudi paracolpi, che presentano una profilatura aerodinamica spiccata nella zona inferiore, le bandelle laterali sottoporta, a loro volta raccordate ai parafanghi allargati che caratterizzano la carrozzeria Wide Body. Completa la trasformazione lo spoiler sul cofano posteriore, appena accennato ed evidentemente consacrato alle esigenze di stabilità e sicurezza, viste le prestazioni velocistiche accresciute fino al limite dei 300 km/h circa.

Vetture così allestite costavano, all’epoca, 200mila dollari USA, il che rende ragionevole la stima d’asta di 100-150mila dollari USA proposta da RM-Sotheby’s, superata poi dal prezzo di aggiudicazione, che ha raggiunto i 154.000 dollari USA.

All’epoca AMG aveva previsto l’assemblaggio di un centinaio di 560 SEC 6.0 Wide Body, ma la lista d’attesa non superò effettivamente le cinquanta richieste, sei delle quali provenivano dal Giappone, proprio come l’esemplare di questo servizio, che conserva tuttavia la guida a sinistra e sfoggia il numero di motore 382 60 28, il che sta a indicare che si tratta della 28esima SEC 6.0 allestita da AMG. Conservata in condizioni pressoché perfette, tanto di meccanica quanto di carrozzeria e interni (in pelle nera, con fondi della strumentazione bianchi, inserti in radica e tappetini ricamati in rosso), questa Mercedes-Benz 560 SEC 6.0 AMG rappresenta un’inconsueta opportunità di introdurre nella propria collezione una delle AMG più idolatrate in attesa che le quotazioni salgano in maniera esponenziale.

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