Il primo SUV del Biscione stabilisce nuovi parametri in termini di piacere di guida e dinamismo per offrire una credibile alternativa alle proposte dei marchi di prestigio. Anche con le motorizzazioni diesel, come il Multijet da 210 CV dell’auto in prova. Finiture di qualitą, dotazioni ricche ma non nell’area degli ausilii attivi alla guida.

Finalmente è arrivata. Nella gamma Alfa Romeo, dove vaad arricchire la fascia superiore dell’offerta con l’ambizione di competere contro le rivali contrassegnate daimarchi di prestigio europei e non solo. Nel parcheggio della redazione di AutoCapital, dove l’attesa si era fatta ormai irresistibile, dopo il primo breve approccio nei giorni del lancio ufficiale. Attesa legittima, beninteso: soprattutto da parte dei concessionari e dei clienti. I primi da anni aspettavano un modello italiano del segmento D per poter rivaleggiare contro Audi, BMW, Mercedes-Benz, Lexus e Volvo, attraendo nei saloni una clientela con disponibilità economiche ben superiori rispetto a chi finora si affacciava negli showroom per acquistare una Mito o una Giulietta. I secondi non vedevano l’ora di sedersi al volante di un SUV sportivo che incarnasse il DNA Alfa Romeo, fatto di piacere di guida, di dinamismo, di totale interazione tra il volante e la strada: anche perché nel “mondo prima della Stelvio” non c’è mai stata una vettura di questa categoria e dal prezzo allineato a quello della novità Alfa Romeo, nell’intorno dei 50mila euro, capace di esprimere queste caratteristiche, questi valori. Chi lo fa, come Audi con la SQ5 e Mercedes-Benz con la AMG GLC63S, giusto per citare un paio di esempi, si colloca in una fascia di prezzo molto più alta, di almeno il 50% superiore: non fa testo quindi, nella misura in cui si tratta di vetture destinate a un’utenza diversa rispetto a quella della Stelvio. Quest’ultima infatti traduce le sue caratteristiche stradali anche sulle versioni diesel da 180 e 210 CV, oltreché sulle 2 litri turbobenzina da 200 e 280 CV: è la democratizzazione della “meccanica delle emozioni”, lo slogan coniato per la Giulia che condivide con la Stelvio gran parte della meccanica e della componentistica, come è logico che sia.

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