Se si unissero in un partito politico sarebbero la maggioranza degli Italiani. Invece nei “palazzi” che contano gli automobilisti sono semplicemente un bancomat da spremere.
“Professione” difficile quella degli automobilisti italiani, tartassati sempre e comunque, con l’aggravante di norme e regole che cambiano in continuazione, così da rendere incerto non solo il quadro legislativo, ma anche l’orizzonte economico.

Qualche esempio: su tutti, il nuovo codice della strada e il trattamento fiscale delle auto di interesse storico.

Nel primo caso non si riscontra la improrogabile semplificazione delle norme, con il risultato che la “macchina” della giustizia amministrativa e penale, già oberata da contenziosi di durata biblica, finisca con l’essere ulteriormente appesantita da ricorsi e cause – come quelle legate alla circolazione dei veicoli – dovute alla sempre maggiore discrezionalità lasciata ai giudici chiamati a esprimersi su vicende per lo più difficilmente documentabili. Anche gli stessi tutor, che tanta parte hanno avuto nella riduzione della mortalità negli incidenti in autostrada, non sono… infallibili per le casse dello Stato: infatti sovente il loro utilizzo per il rilevamento della velocità istantanea (in alternativa a quella media) non viene indicato e un ricorso al giudice di pace a questo punto non solo è legittimo, ma anche caldeggiabile. Il tutto in un contesto in cui il malaffare la fa da padrone, come testimoniano le notizie riguardanti i recenti cedimenti strutturali rilevati su parte del tracciato dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria.

Nel secondo caso l’automobilista italiano è rimasto davvero senza bussola, con ASI e ACI Storico che mantengono le divergenti posizioni iniziali riguardo l’esenzione dal pagamento della tassa di proprietà o possesso per le vetture storiche, in particolare quelle ultraventennali ma “under 30” che rappresentano il futuro del collezionismo nazionale.
Tra leggi regionali in contraddizione tra loro e con il dettato della Legge di Stabilità e gli annunci pre-elettorali di Renzi che un giorno promette l’abolizione del “bollo” e l’altro un suo “ridimensionamento”, gran parte delle vetture ultraventennali di cilindrata medio-superiore, quindi soggette al pagamento di un balzello piuttosto oneroso, è finita sotto le presse di un demolitore o all’estero, ma a prezzi da saldo con un depauperamento perpetrato ai danni del privato cittadino, che ha dovuto subire – come negli anni dell’ultimo superbollo di montiana memoria – una perdita di valore di un bene privato a causa del mutamento del contesto normativo e fiscale.

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Alberto Franzoni

Alberto Franzoni

Direttore responsabile del mensile AutoCapital che accompagna dal 2002, l'anno della sua rinascita, con orgoglio e piacere. La corsa continua, con gli occhi aperti sul mondo che cambia e le radici piantate nel glorioso passato di un mensile che ha fatto la storia dell'automobilismo in Italia.

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