La versione di punta della monovolume francese sfoggia una dotazione di prim’ordine cui manca solo il portellone elettrificato per potersi definire completa. Al valido motore da 150 CV, progressivo e parsimonioso, si accompagnano numerosi assistenti alla guida per viaggiare in relax con tutta la famiglia

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Leggero downsizing (o rightsizing?) per la monovolume medio-grande della Casa francese, che aggiorna la gamma motori e uniforma la cilindrata dei turbodiesel a quota 1749 cc, dove confluiscono i precedenti 1.5 dCi, 1.6 dCi e 2.0 dCi. La Grand Scénic è la versione a 7 posti della Scénic che, giunta alla quatta generazione, resta sempre un riferimento tra le vetture a vocazione familiare e una delle preferite, nella sua categoria, anche all’interno delle flotte aziendali. Rispetto a quest’ultima la Grand Scénic è più lunga di 22 cm e più cara di 1500 euro; 1800 euro è la differenza tra la versione con cambio manuale e quella dotata della trasmissione EDC a 6 marce, a doppia frizione.

P1190246AutoCapital ha scelto il top di gamma, denominato Initiale Paris, con il motore da 150 CV (1350 euro più costoso rispetto all’unità di pari cilindrata ma da 120 CV) e il cambio manuale, anche per scoprire le dotazioni da ammiraglia che figurano di serie sull’allestimento al vertice della gamma, tra le quali spiccano la selleria in pelle, il cruise control adattivo, la frenata automatica con riconoscimento pedoni, l’impianto Hi-Fi Bose, l’Head-Up Display, il parcheggio automatizzato, la telecamera di retromarcia, il monitoraggio dell’angolo cieco dei retrovisori esterni e i fari a LED, tra l’altro, a fronte di un sovrapprezzo di ben 6000 euro rispetto alla versione immediatamente inferiore nella gamma, la Intens.

P1190257Sette posti in 463 cm di lunghezza è un bel risultato che, sulla Grand Scénic, si deve alle forme da autentica monovolume, con il frontale davvero rastremato, e il passo di 280 cm. Oltre, naturalmente, all’ottimale sfruttamento dei volumi interni. Che lascia spazio abbondante per i passeggeri seduti sulle prime due file di sedili, mentre i due posti in terza fila sono raccomandabili solo per bambini piccoli. Con una o due persone a bordo il bagagliaio raggiunge un volume utile degno di un furgone: 1737 dmc. Ed è ben modulabile, grazie ai sedili che scompaiono a livello del pianale senza creare ostacolo a bagagli, scatoloni e mobili Ikea da montare. Ma non è tutto: numerosi vani portaoggetti consentono di tenere al riparo da sguardi indiscreti oggetti piccoli e grandi, offrendo ospitalità anche a tessere, cellulari e mazzi di chiavi.

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L’allestimento Initiale Paris, con le sue specificità legate ai rivestimenti in pelle e al trattamento della plancia più ricercato, cerca di far dimenticare i limiti di finitura delle Renault di fascia inferiore e intermedia: l’ambiente è appariscente e gratificante sotto l’aspetto visivo e tattile, anche se la progettazione dell’auto appare perfettibile, in virtù dei fruscii aerodinamici percettibili all’altezza dei retrovisori esterni e di qualche scricchiolio di troppo, che emerge soprattutto su fondi sconnessi. La consolle ospita al centro il grande monitor del sistema di infotainment, disposto verticalmente come sulle Tesla e sulle Volvo. Qui però ha un aspetto posticcio e la logica di funzionamento è poco immediata, al punto che l’azionamento del climatizzatore richiede il passaggio intermedio dal proprio menu, con inevitabile distrazione (e perdita di tempo). Un’altra caratteristica unica nella Scénic e nella Grand Scénic provata è rappresentata dalla gommatura anomala: la monovolume Renault nella versione di vertice “calza” gomme 195/55 R20, con battistrada stretto per limitare la resistenza al rotolamento e spalla alta per assorbire le asperità della strada. Pregi e difetti a parte, queste misure non sono facilmente reperibili e occorre prepararsi per tempo al cambio gomme stagionale.

Su strada la Grand Scénic mette subito in mostra le doti del suo turbodiesel da 150 CV, che permette allunghi decisi e lunghe percorrenze: moderando la pressione sul pedale del gas non è difficile ripetere il dato di consumo dichiarato (4,9 litri ogni 100 km nel ciclo combinato) e quindi superare la fatidica soglia dei 1000 km con un pieno di gasolio. La taratura morbida delle sospensioni ne fa un’auto adatta più ai trasferimenti autostradali che ai percorsi di montagna ricchi di curve, sempre accompagnati da un buon livello di comfort.

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