Fu una gialla 275 GTB la prima vettura del Cavallino Rampante a prendere parte al Rallye de Monte-Carlo. Era il 1966 e l’equipaggio Pianta-Lippi non vide il traguardo solo per il cedimento della trasmissione quando era ben piazzato in classifica

Assai poco nota è la storia della Ferrari nei rally: i meglio informati ricordano i successi in Italia di Tonino Tognana (che con la “rossa” verniciata di bianco e sponsorizzata Fininvest vinse di fatto il Campionato Italiano Rally 1982) e in Francia di Jean-Claude Andruet con la 308 GTB ma in realtà nel 1966 una 275 GTB si mise in luce nel Rallye de Monte-Carlo di quel nevoso gennaio. Si tratta di un prototipo, o meglio, della prima 275 GTB prodotta in assoluto, nel 1964, rimasta nella disponibilità di Maranello per l’incessante lavoro di ricerca e sviluppo condotto sul nuovo modello. Dopo un paio di anni di oscuro lavoro, questo esemplare verniciato in giallo Fly è passato alla storia per essere la prima Ferrari iscritta ufficialmente al rally più famoso del mondo, il Rallye de Monte-Carlo, come si legge sulla targa metallica che ospita anche il numero di gara (43). A condurlo in gara Giorgio Pianta, pilota-collaudatore in seguito al servizio dello squadrone ufficiale Fiat-Lancia, navigato da Roberto Lippi. Identificata dal numero di telaio 06003, questa 275 GTB venne dotata di uno speciale allestimento per prendere parte al rally monegasco e fu aggiornata nel corso dei primi tre anni di vita (1964-1966) con particolari che poi si ritrovarono sugli esemplari di produzione successivi.

Nell’ordine, per la preparazione in vista della gara furono adottati una mascherina anti-freddo sulla calandra, un parabrezza rinforzato, la fanaleria supplementare, un terzo tergicristallo anteriore per meglio detergere il vetro frontale e un cofano specifico con sfoghi d’aria carenati che indirizzano l’aria verso il parabrezza. Per quanto concerne le modifiche orientate alla produzione in serie va invece ricordato che sulla gialla 275 GTB vennero sperimentate le sospensioni posteriori a ruote indipendenti e il cambio in blocco con il differenziale (autobloccante) posteriore.

L’importanza della 275 GTB, le cui quotazioni sono letteralmente esplose negli ultimi dieci anni vista la quasi impossibilità a reperire modelli più antichi e preziosi come le 250 GT SWB, Tour de France e GTO, è dovuta sostanzialmente a due fattori cruciali: da un lato, perché è stata la prima Ferrari a utilizzare il motore 12 cilindri di 3,3 litri (il numero 275 indica, secondo la tradizione del Cavallino Rampante, la cilindrata unitaria del propulsore), dall’altro perché l’auto vanta un grandioso palmares agonistico soprattutto nelle competizioni di durata, con importanti vittorie di categoria alla 24 Ore di Le Mans. Un terzo motivo di interesse universale è di tipo soggettivo: la berlinetta modenese è bellissima, un cocktail azzeccato tra le forme sinuose della 250 GTO e le misure di abitabilità più generose della 250 GT Lusso. Tutto ciò ha portato le migliori 275 GTB a raggiungere quotazioni prossime ai 10 milioni di euro. Decisamente non poco per un modello costruito in serie, sia pure piccola e con la cura artigianale che le Ferrari potevano vantare.

Per la cronaca, la partecipazione della 275 GTB di Giorgio Pianta e Roberto Lippi al Rallye de Monte-Carlo 1966 non fu fortunata: dopo una serie di ottime prestazioni in Prova Speciale la berlinetta del Cavallino Rampante fu costretta al ritiro per il cedimento della trasmissione. L’auto, per lungo tempo rimasta a Maranello, fu poi venduta a un collezionista e di lei si sono perse le tracce per lustri interi, finché, dopo 25 anni di ininterrotta proprietà di un appassionato che non l’ha mai mostrata in pubblico, la gialla 275 GTB, ritornata nelle condizioni originali dopo essere stata temporaneamente riverniciata in rosso, sarà la stella dell’asta di Gooding & Co di Scottsdale, dove si presenta con una stima da 6 a 8 milioni di dollari USA.

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