Lo stato di salute del mercato italiano dell’automobile è molto meno rassicurante di quanto raccontino i freddi numeri delle statistiche, che parlano di una crescita delle vendite ancora a doppia cifra nelle prime settimane del 2016. Questi numeri infatti non descrivono le sempre maggiori difficoltà delle reti di vendita, che sono per lo più costrette a sobbarcarsi direttamente sia i costi delle promozioni sia i margini di profitto per auto venduta sempre più compressi. Ne deriva che facilmente un concessionario, nell’unità di tempo, realizza oggi profitti non superiori rispetto a quelli consuntivati in piena crisi.

Come sostiene Massimo Nordio, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere, “il risultato positivo del mercato italiano a gennaio è stato possibile grazie al prosieguo di poderose azioni commerciali messe in campo dalle Case con le loro Reti, che da una parte hanno consentito di iniziare il mese di gennaio con un corposo portafoglio contratti, tornato ai livelli del 2010 (circa 190.000 unità), e dall’altra hanno incontrato il bisogno non più rimandabile di sostituzione delle auto vecchie, anche sotto la pressione emotiva dei blocchi della circolazione derivanti dai piani per il contenimento dello smog”. “Il tema smog – prosegue Nordio – in questi giorni sta tornando attuale in alcune grandi città ed il Governo non può ignorare che all’attuale velocità di sostituzione ci impiegheremo molti anni a smaltire le auto vecchie. La soluzione è a portata di mano, basta guardare alla Spagna al suo 8° piano di sostegno al rinnovo del parco, mentre in Italia il programma di detraibilità di parte dei costi d’acquisto della vettura, sperimentato con evidente successo per le ristrutturazioni edilizie, giace ancora inascoltato”.

Le vendite, inoltre, sono concentrate nei segmenti inferiori del mercato (solo un modello del segmento C, la Volkswagen Golf, è nella “top ten”) e generano fatturati e utili inferiori al passato, anche recente.

Ancor più preoccupante il crollo dell’interesse verso le motorizzazioni ecologiche: da un lato salgono le ibride, dall’altro spariscono o quasi le elettriche (114 immatricolazioni a gennaio), complice la disillusione dei potenziali clienti rispetto a una maggior diffusione delle infrastrutture di ricarica e a una loro superiore fruibilità e si ridimensionano le bifuel a GPL e a metano (tengono solo la Fiat Qubo Natural Power e i modelli del Gruppo Volkswagen, tecnologicamente all’avanguardia, in un mercato che passa però dal 13,9% all’8,6% di quota di mercato complessiva), di fronte al calo del prezzo di gasolio e benzina, che riducono la convenienza del gas. Come se ciò non bastasse, l’incertezza legislativa frena l’interesse verso le cosiddette vetture ecologiche: a Milano, salvo novità dell’ultima ora o eventuale cambio di rotta imposto dalla prossima giunta comunale, dal 2017 anche le auto ibride e a GPL pagheranno l’ingresso nell’AreaC, la cui superficie potrebbe essere addirittura estesa.

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Alberto Franzoni

Alberto Franzoni

Direttore responsabile del mensile AutoCapital che accompagna dal 2002, l'anno della sua rinascita, con orgoglio e piacere. La corsa continua, con gli occhi aperti sul mondo che cambia e le radici piantate nel glorioso passato di un mensile che ha fatto la storia dell'automobilismo in Italia.

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