Quando il secolo scorso stava per esalare l’ultimo respiro, un’insolita euforia prendeva i giovani, non si sa per accompagnare alla fine il ‘900 o per salutare l’inizio dell’estate. In un paese del Bresciano, era ormai scoccata la mezzanotte, una Peugeot 206, nuova di zecca, era in sosta nella piazza principale, un rettangolo lungo e stretto su cui si affacciava l’unico bar. Ne uscì una dozzina di ragazzi e ragazze, vociando, diretti alla macchina nuova. A Linda, appena ottenuta la patente, era stata regalata dal papà per il conseguimento del diploma. I giovani, si sa, sono spesso crudeli e imposero alla ragazza una scommessa: sarebbero riusciti, con lei al volante, a salire almeno in dieci sulla Peugeot. Detto e fatto. L’impresa ebbe inizio. Il sedile di guida venne fatto avanzare il più possibile, di quello a fianco, attraverso l’apposita levetta, venne abbattuto completamente lo schienale che era ribaltabile, poi venne aperto il portellone del bagagliaio e furono spalancate le due portiere. A poco a poco, non senza sforzo, tutti e dieci riuscirono a salire a bordo, compreso un paio di ragazzi nel vano bagagli, tra le risate e le urla di gioia per la riuscita dell’operazione. A uno a uno poi ridiscesero tutti, all’interno della vettura ebbe inizio il ripristino delle parti spostate e, quando tutto sembrava rimesso a posto, la sorpresa: lo schienale del sedile del passeggero non voleva saperne di tornare nella posizione normale.

Evidentemente il peso eccessivo aveva provocato un guasto agli ingranaggi per la risalita e Linda dovette fare ritorno a casa con il sedile del passeggero tanto ribaltato da formare un piano unico con il divanetto posteriore. Fu un viaggio breve ma ricco di preoccupazione per la ragazza, che prevedeva la reazione dei genitori, convinta che non avrebbero creduto alla realtà dei fatti. Chissà di quali funanbolismi erotici l’avrebbero creduta capace per ridurre in quello stato il sedile, avrebbero pensato tutti coloro che fossero venuti a saperlo. Questa certezza non faceva che ingigantire la preoccupazione e aumentare l’angoscia della ragazza.

Il clima domestico, infatti, non era dei migliori l’indomani, quando il padre scoprì tutto per via di quello schienale ormai diventato piatto. Il genitore, alla fine, finse di credere alla spiegazione. “Vai a farla aggiustare e non tornare più a casa con la macchina in queste condizioni”, furono le sue parole e l’argomento fu chiuso. Ma la comprensione familiare non pose fine all’angoscia della ragazza perché, se in famiglia lo scoglio era stato evitato, si trattava ora di andare dall’unico meccanico in un paese in cui tutti si conoscono e là – pensava Linda – non avrebbero mostrato di certo la comprensione paterna. Le voci sarebbero presto rimbalzate un po’ dovunque e la scommessa di entrare in dieci nell’auto avrebbe suscitato risolini e commenti maliziosi.
Il vero problema era, tuttavia, ancora un altro. Se le voci si fossero diffuse, tutto il paese ne sarebbe stato informato. E fin qui, pazienza. Ma nella stessa località viveva anche il fidanzato di Linda, il quale quella sera non aveva preso parte all’arrembaggio sulla macchina, ma se ne era stato a casa a guardare lo sport alla televisione. E cosa sarebbe successo? L’irreparabile certamente. Ma la ragazza continuava a sperare che, siccome si dice che l’interessato sia sempre l’ultimo a venire a sapere cose sgradevoli sulla sua relazione, il suo ragazzo sarebbe rimasto all’oscuro.

Cristian, il fidanzato, era un suo compagno di classe, anch’egli appena diplomato, mite di carattere ma geloso, come lo si è a quell’età. Aveva detto a Linda che sarebbe rimasto in casa, ma la ragazza continuava a chiedersi dove mai fosse andato quella sera, sperando quasi in un tradimento che attenuasse quella che le voci di paese avrebbero certamente dipinto come una sua colpa. Passò qualche giorno senza che i due si incontrassero, ma quando si ritrovarono all’appuntamento del giovedì, fu subito chiaro, guardando l’espressione adirata del ragazzo, che ormai era stato informato su tutto, anche se non era la verità. Infatti, quando aleggia qualche ipotesi piccante, in un piccolo paese ogni fatto si propaga con la velocità della luce. Cristian non andò per il sottile e il legame ebbe fine. Come mai tanta ira? Lo confidò a un amico. Il fatto era che, a Cristian, Linda non aveva ancora concesso la cosiddetta prova d’amore, mentre evidentemente il ribaltabile piatto denunciava che, quello che non concedeva a lui, a qualcun altro lo aveva concesso. A nulla valsero i pianti di Linda e i suoi giuramenti di fedeltà. Purtroppo, la gelosia rende ciechi e offusca la verità. Paradossalmente, una testimone dell’innocenza di Linda ci sarebbe stata. Era la Peugeot 206, ma purtroppo le mancava la parola.

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Sperangelo Bandera

Sperangelo Bandera

Giornalista professionista, per 18 anni corrispondente del Corriere della Sera, oggi è Vice direttore di AutoCapital. Mosso dalla passione in tutto ciò che fa, scrive e descrive solo le automobili che guida per amore: conta forse altro nella vita?

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