Ottobre 2016: mentre Padova per un lungo week-end diventa la capitale mondiale dell’automobile d’epoca, con una manifestazione che ha attirato appassionati e collezionisti da ogni parte d’Europa e del mondo, i palazzi della politica confermano la loro totale miopia nei confronti dell’automobile (intesa sia come mezzo di trasporto privato e individuale sia come oggetto da collezione) ribadendo la volontà di richiedere la tassa di possesso e i relativi arretrati per le vetture ultraventennali ma non ancora trentennali (pagamento sospeso anni fa da provvedimenti regionali ora appellati dal governo Renzi) e annunciando l’ampliamento della circolazione a pagamento nei centri-città come a Milano, dove dal prossimo anno le vetture a metano e a GPL non saranno più esentate dal versamento della tassa di 5 euro su base giornaliera per il transito nell’AreaC.

Così, mentre i privati che fanno impresa dimostrano di avere una marcia in più, come nel caso dell’organizzazione di Autoemotodepoca a Padova, i legislatori confermano l’impressione di procedere con il freno a mano tirato, producendo danni economici non trascurabili in un settore già messo recentemente a durissima prova dai folli provvedimenti del governo Monti che ha di fatto distrutto non solo il patrimonio automobilistico storico italiano in mano ai collezionisti meno abbienti ma anche le entrate fiscali derivanti dal settore automotive, dovuto sia al crollo delle vendite di auto nuove sia all’alienazione all’estero delle auto d’epoca di età più recente per le quali, in molti casi, veniva (e viene tuttora) richiesto il pagamento di un superbollo annuale di importo superiore allo stesso valore dell’auto. 


Il “golpe” ai danni dei proprietari di auto di pregio di età compresa tra i 20 e i 30 anni, che rischiano di pagare 3-4-5 anni di arretrati sulle tasse di proprietà cancellate dalle Regioni, produce anche l’effetto di mettere in difficoltà non tanto i grandi collezionisti quanto quegli appassionati che, sull’auto ricevuta in eredità da padri e nonni o acquistata con tanti sacrifici in nome di una sana passione o per coronare un sogno che in passato non era stato realizzabile, avevano sperato di ricavare un gruzzoletto o di iniziare a sentirsi collezionisti.

Chi sta pensando di creare entrate erariali consistenti da questo provvedimento retroattivo sappia che si ritroverà, ancora una volta, a mani vuote: alterare la libera espressione dell’economia – ce lo insegna la storia – nel lungo periodo non porta alcun risultato.

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Alberto Franzoni

Alberto Franzoni

Direttore responsabile del mensile AutoCapital che accompagna dal 2002, l'anno della sua rinascita, con orgoglio e piacere. La corsa continua, con gli occhi aperti sul mondo che cambia e le radici piantate nel glorioso passato di un mensile che ha fatto la storia dell'automobilismo in Italia.

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