Da un lato le Case automobilistiche fanno a gara per rinnovarsi e aumentare le rispettive quote di mercato a colpi di innovazione, ricerca e sviluppo, dall’altro le istituzioni pubbliche, che “remano contro”, sempre impegnate in un’anacronistica lotta contro il progresso, o forse contro il buonsenso

Calato il sipario sul “Mondial de l’Automobile” parigino, restano tanti nuovi modelli, in vendita subito o nel 2015, per gli appassionati delle hypercar (Ferrari 458 Speciale A, Lamborghini Asterion, Mercedes-AMG GT), per i gestori di flotte (Mercedes-Benz Classe C SW, Jaguar XE, Volkswagen Passat, Volvo XC90, Audi A6), per i cultori delle auto ecologiche (Mercedes-Benz S 500 Plug-In Hybrid, Porsche Cayenne e-Hybrid, Volkswagen Golf GTE) e per gli automobilisti comuni (Smart fortwo e forfour, Fiat 500X, Opel Corsa, Nissan Pulsar, Skoda Fabia).
Resta anche l’impressione che il mondo dell’automobile stia procedendo su binari divergenti: da un lato, le Case automobilistiche che fanno a gara per rinnovarsi, conquistare nuovi clienti e aumentare le rispettive quote di mercato a colpi di innovazione, di ricerca tecnologica, di attenzione all’ambiente, dall’altro, le istituzioni pubbliche, che “remano contro”, sempre impegnate in un’anacronistica lotta contro il progresso, o forse contro il buonsenso.
La distanza che separa in Italia la politica dal cosiddetto “Paese reale” la si è potuta misurare anche nei mesi scorsi in modo sconcertante in modi ed in contesti diversi. A Roma, dove Mazda avrebbe voluto organizzare il lancio continentale della nuova MX-5, ma sottovalutando la forza dei “burosauri” capitolini, che hanno tergiversato nel rilascio dei necessari permessi edilizi per riconvertire un vecchio stabile in zona Ostiense, è stata costretta a spostare l’evento a Barcellona, città senz’altro più “car-friendly”. A Milano, dove continuano a essere inviate agli automobilisti multe ben oltre i termini di prescrizione, addirittura in contrasto con la Corte di Cassazione. In Italia in generale, dove da poco è stata emanata una circolare sulle radiazioni per esportazione così restrittiva e poco chiara da aver bloccato di fatto l’import-export di auto usate da e per i Paesi esteri. Un fenomeno, quest’ultimo, che ha sempre avuto effetti benefici sull’economia e sui bilanci delle concessionarie, che sovente potevano acquistare vetture “km zero” anche oltreconfine, per sopperire alla mancanza di prodotto sul mercato interno. E che oggi vedono pressoché impedito questo tipo di business, a causa di una burocrazia sempre più invadente e del malcostume di chi, fino a poco fa, vendeva nell’Est Europa o in Nordafrica le vetture che erano state rottamate (almeno amministrativamente) dagli ultimi proprietari italiani.
Attendiamo ora con fiducia che nella Legge di Stabilità vengano inseriti provvedimenti utili per il settore automobilistico (distribuzione, soprattutto) e che venga alleviato il costo di utilizzo dell’automobile, e alleggerendo la fiscalità sulle vetture aziendali (così anche da limitare il fenomeno dei noleggi a lungo termine con targa straniera, tedesca soprattutto). Pie illusioni? Speriamo di no. Noi come voi. Certo che la notizia della fine degli incentivi per le auto “ecologiche”, con il taglio dei 45 milioni di euro previsti per il 2015 inserito nella Legge di Stabilità, è il peggior buongiorno che il mondo dell’auto potesse ricevere dal signor Renzi.

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Alberto Franzoni

Alberto Franzoni

Direttore responsabile del mensile AutoCapital che accompagna dal 2002, l'anno della sua rinascita, con orgoglio e piacere. La corsa continua, con gli occhi aperti sul mondo che cambia e le radici piantate nel glorioso passato di un mensile che ha fatto la storia dell'automobilismo in Italia.

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