Nel 1968 nasce la prima berlina di classe medio-superiore di casa Alfa Romeo: riprende in parte la sigla delle 6C di fine anni Venti, da cui eredita anche l’indole sportiva. Apre la strada alla successiva 2000 e alle tre generazioni di Alfetta, che traghetteranno la Casa del Biscione nell’era Fiat.

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La scelta della denominazione 1750 fu legata al desiderio di celebrare la memoria delle gloriose 6 cilindri degli anni Venti e Trenta con cui il marchio del Biscione si fece conoscere in Italia e nel mondo, complici anche le numerose affermazioni sportive.

 La 1750 venne presentata alla stampa a Vietri sul Mare, a sud della Costiera Amalfitana, all’inizio del 1968, dopo che la produzione era stata già avviata e le prime migliaia di esemplari già pronti per essere consegnati ai clienti, che potevano scegliere tra il cambio manuale a la trasmissione automatica ZF a 3 marce, in realtà poco richiesta in Europa. Al Salone di Torino del 1969, in autunno, vengono annunciati i primi ritocchi: fari allo iodio, doppio circuito frenante, volante e pedaliera sono aggiornati. Saranno introdotti con la produzione del 1970 e saranno gli ultimi prima della fine della carriera della 1750 che verrà rimpiazzata nel 1974 dalla berlina 2000, dotata del motore di 1962 cc e 128 CV (IGM) e aggiornata in pochi dettagli estetici tra cui i fari anteriori ora di eguale diametro e i gruppi ottici posteriori lievemente ridisegnati, con una differente suddivisione delle zone luminose colorate. La 1750 sarà prodotta complessivamente in 101.883 esemplari, di cui 1760 con motore a iniezione Spica. Il servizio completo sul numero di marzo di Autocapital.

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