L’equipaggio bresciano composto da Vesce e Guerini ha centrato la quarta edizione consecutiva con la Fiat 508 S, poi Di Pietra-Di Pietra. Moceri-Bonetti protagonisti della prima ora, fuori per un guasto. L’evento ha attirato molti equipaggi femminili, sbaragliati da Bignetti-Ciatti

Il Terre di Canossa International Classic Cars Challenge, organizzato dalla Scuderia Tricolore di Reggio Emilia, ha visto quest’anno, per la quarta volta consecutiva, l’equipaggio composto da Andrea Vesco e Andrea Guerini trionfare sulla Fiat 508 S Balilla Sport del 1934. Anche se il primo giorno di gara a condurre i giochi sono stati Giovanni Moceri e Daniele Bonetti, su Fiat 508 C del 1939, i quali a causa di noie meccaniche hanno lasciato strada libera al team bresciano, che con sole 301,50 penalità ha messo dietro l’equipaggio Di Pietra-Di Pietra su Fiat 508 C del 1939, secondi con 302,22 penalità. Si è dovuto accontentare del terzo posto il team ufficiale della scuderia Volvo Club composto da Margiotta-Perno che, su Volvo PV 544 Sport del 1965, ha raccolto solo 308,55 penalità in tre giorni di gara, scanditi da 85 prove a cronometro e da una di media imposta, lungo un percorso di circa 680 chilometri che ha attraversato Emilia, Liguria e Toscana.

Difficile mantenere la concentrazione e affrontare pressostati tanto diversificati. In alcune prove come sul Monte Serra il tubo nero era ben visibile, altre volte era collocato tra salite e discese, come sul Monte Marcello, in altre ancora subito dopo una curva e quindi ben nascosto. Indispensabili i più moderni strumenti elettronici approntati per la Regolarità. Temperatura splendidamente primaverile e atmosfera riscaldata dal sole hanno invogliato tutti a godersi ogni singolo minuto dell’edizione 2016 del Terre di Canossa. A cominciare dalla serata inaugurale, nella trecentesca Abbazia di Valserena, conosciuta anche come Certosa di Parma, sconsacrata da Napoleone e in questa occasione “apparecchiata” per la cena di gala firmata dallo chef stellato Massimo Spigaroli.

Il venerdì mattina il Terre di Canossa ha preso ufficialmente il via da piazza della Pilotta di Parma e gli equipaggi hanno guidato prima in direzione di Varano de’ Melegari, dove hanno affrontato una sessione di prove cronometrate all’interno del circuito, e poi verso il centro più importante dell’Appennino parmense, patria del fungo porcino: Borgo Val di Taro. Le successive prove sul passo Cento Croci hanno poi puntato verso La Spezia, dove i partecipanti hanno potuto sostare all’interno dell’Arsenale della Marina Militare, con la possibilità di visitare il museo e hanno consumato la pausa pranzo al Circolo Ufficiali della Marina. A rendere questa gara ancora più impegnativa sono state le ultime prove a cronometro lungo la strada che attraversa il selvaggio e incontaminato Parco di Montemarcello Magra.

Da Forte dei Marmi si è dato il via alla seconda giornata di gara, dove a fare da attrazione sono state le città d’arte Pisa, Lucca e Pietrasanta. Le prove del sabato hanno messo a dura prova tutti i driver, come la serie di 14 concatenate ‘della Costanza’, o quelle impegnative sul Monte Serra, la vetta più alta della piccola catena dei Monti Pisani. Incantevoli, invece, i passaggi dalla piazza dei Cavalieri di Pisa, o la sfilata sulle antica mura di Lucca. La conclusione di tappa nella bellissima Piazza del Duomo di Pietrasanta, è stata coronata dall’immancabile beach party serale, sulla spiaggia del Bambaissa di Forte dei Marmi. Infine il ritorno in Emilia, a Reggio Emilia per l’ultimo gruppo di prove cronometrate sui ponti di Calatrava.

L’evento intitolato a una delle figure chiave della storia medievale, Matilde di Canossa, che è stata regina d’Italia nel XII Secolo, donna indipendente e guerriera, non poteva non richiamare il 35% di presenze femminili tra gli equipaggi. A render loro omaggio anche Silvia Nicolis, che per il Terre di Canossa ha prelevato dal suo noto museo una rarissima Lancia Lambda VIII serie del 1928, la prima vettura al mondo di serie con telaio e struttura portante, un capolavoro di Vincenzo Lancia. Per la Coppa delle Dame si sono distinte Bignetti-Ciatti su una Fiat Balilla 508 S del 1936.

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