Un viaggio lungo oltre 60 anni con 7 diverse generazioni della moderna Classe E di Mercedes-Benz. Epoche diverse ma stessa filosofia: offrire il meglio sul mercato

Un tuffo nel passato, per tornare al presente che già disegna il futuro. Mercedes-Benz ha fatto uscire dal suo museo di Stoccarda alcune di quelle che sono state le antenate dell’attuale Classe E per farle guidare a una ristretta selezione di giornalisti.

Una due giorni su pista e per strada in cui si son potuti apprezzare gli enormi balzi in avanti sul fronte della sicurezza, del comfort e del piacere di guida in auto che appartengono ad anni diverse ma che, nella loro epoca, si rivolgevano allo stesso tipo di clientela.
E tutte con un denominatore comune: rappresentano quanto di meglio la produzione automobilistica poteva produrre nel momento in cui ogni modello veniva presentato. Cambiano le velocità, gli spazi di frenata, l’isolamento acustico, ma su ogni vettura ci si sente a proprio agio.

Si inizia con la 170 DS (sigla di progetto W 191) del 1953, vettura che già nel design esterno tradisce le sue origini anteguerra. Motore diesel di 1767 cc, 40 CV e una velocità massima di 103 km/h. Bisogna prima di tutto abituarsi al cambio manuale a 4 marce con il selettore posizionato sul piantone dello sterzo ed adeguare i tempi di frenata ai 4 tamburi che devono fermare 1275 kg. La 180 a Ponton (W 120) del 1958 appartiene già a un altra era con i 65 CV del 4 cilindri benzina abbinato al cambio a 4 rapporti. Per non parlare della 200 Fintail (W 110) del 1965 con le sue pinne che portano idealmente negli Stati Uniti. Il cambio resta sul piantone, ma stavolta è automatico. Il 4 cilindri benzina di 1988 cc eroga 95 CV.

Prestazioni decisamente superiori per la 280 E (W 114) del 1972 su cui il cambio, manuale a 4 marce, passa sul tunnel centrale. Questa vettura ha una storia curiosa: abbiamo scoperto che è stata immatricolata in Italia e fino al 2014 si poteva vederla girare per le strade di Bari. Qui le prestazioni sono di un altro livello con una velocità massima superiore ai 200 km/h grazie al 6 cilindri benzina di 2746 cc e 185 CV.

Scendiamo di prestazioni, ma proseguiamo sulla linea del tempo con la 230 (W 123), un classico che non è difficile vedere ancora oggi per le strade, dimostrando così di meritare la fama di auto indistruttibile. Il suo motore benzina di 2307 cc eroga 109 CV e spinge quest’antenata della Classe E fino a 175 km/h. L’ultimo step prima di arrivare alla denominazione ufficiale di Classe E è la 300 E (W 124) con il 6 cilindri benzina di 2962 cc che eroga 194 CV. In base a molti standard attuali la 300 E potrebbe rivaleggiare con molte vetture odierne e anche come velocità massima (223 km/h) siamo a livelli di eccellenza.

Ma il viaggio nel tempo non si poteva che concludere con la nuova Classe E, una vettura che porta nel futuro perché precorre la guida autonoma. Il legame con il passato è chiaro, ma il nuovo modello vuole essere molto più che un’auto.

Alla fine dei due giorni abbiamo la consapevolezza che il passato è stato glorioso, ma il futuro ci riserva una vita molto più “semplice”. Il progresso in nome della sicurezza e dell’ecologia.

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Andrea Spitti

Andrea Spitti

Giornalista dal 2005 per il "Giornale di Brescia" e appassionato di motori fin dalla nascita. Passione che tiene viva scrivendo di auto per il mensile AutoCapital e guidando sulle strade di tutti e cinque i continenti.

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