Il percorso senza neve non ha tolto alla gara l’interesse che suscita nei concorrenti e nel pubblico e non ha risparmiato le tradizionali difficoltà insite nella scalata notturna di molti passi alpini

Ha riaperto ufficialmente il calendario Grand’Eventi con uno degli appuntamenti tra i più attesi: la Winter Marathon 2016, giunta quest’anno alla sua 28° edizione, che, come da tradizione, si è svolta a Madonna di Campiglio dal 21 al 24 gennaio scorsi. A questo “storico” evento invernale possono partecipare tutte le vetture d’epoca costruite entro il 1968, con un occhio di riguardo per quei modelli che, fino al 1976, hanno scritto importanti pagine della storia dell’automobilismo sportivo e del collezionismo internazionale, fino a un massimo di venti equipaggi. Meritano una menzione, tra le iscritte, le over ‘70 come la Lancia Stratos, la Renault Alpine A110 1600S, l’Alfa Romeo Montreal, la Opel Ascona 2.0 S, la Fiat 128 Rally e la Porsche 911 Carrera 2.7. Su un tracciato di 410 km rinnovato e molto apprezzato dai partecipanti si sono imposti su tutti i bresciani Franco Spagnoli e Giuseppe Parisi, che a bordo della loro Fiat 508 S del 1932 si sono aggiudicati con 255 penalità il Trofeo UBI Banco di Brescia, riservato ai vincitori assoluti della Winter Marathon 2016 (offerto da uno dei main sponsor), altra novità di quest’edizione.

L’equipaggio portacolori della scuderia Franciacorta Motori, che ha vinto anche il titolo italiano 2015 nella Categoria Top Car, si è lasciato alle spalle per sole 6 penalità la Volvo PV544 del 1965, condotta magistralmente dal sempre temibile Antonio Margiotta, navigato da Bruno Perno. Terzi con 309 penalità, Giuseppe e Francesco di Pietra a bordo di una Fiat 508 C del 1938, poi passati dal terzo al primo gradino del podio aggiudicandosi il Trofeo MA-FRA, classica competizione del sabato pomeriggio sul laghetto ghiacciato di Madonna di Campiglio, che ha visto gli equipaggi iscritti con vetture anteguerra sfidarsi all’ultimo centesimo di secondo nella formula sempre spettacolare dell’uno contro uno in un giro secco.

Stessa modalità per il Trofeo TAG Heuer, a cui erano ammessi soltanto i primi 32 classificati alla Winter Marathon. Quest’anno hanno avuto la meglio Fontanella-Malta su una Porsche 356 A Coupé del 1955, che hanno battuto Massimo e Andrea Zanasi su Volvo P1800 del 1961. Era riservato, invece, ai primi 32 equipaggi iscritti il Trofeo APT che si è svolto il giovedì sera sempre sul laghetto ghiacciato, illuminato a giorno. Ha segnato il miglior passaggio l’equipaggio Bresciani-Coen su Alfa Romeo Giulia 1300 TI del 1967, lasciandosi alle spalle, per un solo centesimo di secondo, Scotto-Corradi Rolla a bordo della loro Lancia Aprilia del 1939.

Un’edizione anche quest’anno caratterizzata dalla totale assenza di neve e dalle temperature ben al di sopra delle aspettative. Ai meno 25 gradi cui aveva abituato i concorrenti il Passo Pordoi, uno degli scogli più temuti di questa competizione, i partecipanti, di cui molti temerari su auto scoperte, si sono dovuti adattare a un massimo di “soli” meno dieci gradi. Il tempo favorevole non ha tolto, comunque, fascino e difficoltà a questo Grande Evento molto “tirato” e in cui si richiede una notevole abilità tecnica. I 118 equipaggi verificati, infatti, hanno dovuto affrontare, tra le 14.30 di venerdì pomeriggio e le 3.00 di sabato mattina, oltre 400 km suddivisi in 7 settori e 7 conseguenti controlli orari, in tempi tutt’altro che agevoli, per rispettare i quali si è dovuta mantenere una velocità media di tutto rispetto. Cosa non così scontata se si pensa che il tracciato ha attraversato il Trentino Alto Adige su e giù per i passi dolomitici più affascinanti, interrotti soltanto da 55 prove a cronometro con passaggio a fotocellula, per un insieme di 12 ore di guida consecutive.

Insomma, a parte la meritata pausa per la cena all’Hotel Lupo Bianco, nei pressi di Canazei lungo la salita per il Passo Pordoi, è stata una gara che non a caso viene da tutti definita per “uomini duri”. Complimenti dunque ai pochissimi equipaggi femminili iscritti alla Winter Marathon, tra i quali hanno prevalso le bravissime Emanuela Cinelli ed Elena Scaramuzzi, su una Mercedes-Benz 250 SL del 1967.

Tra gli sponsor presenti, oltre ai già citati, meritano una menzione anche il Gruppo Trussardi, che ha omaggiato ciascun partecipante con una giacca a tiratura limitata, Lauretana e il Gruppo Saottini Auto, in particolare il Centro Porsche Brescia. Non si può infatti dire che anche quest’anno le Porsche non l’abbiano fatta da padrone, con quasi una quarantina di “cavalline” al via, tra cui le due splendide vetture iscritte da Porsche Italia: una 911 Carrera RS del 1973, condotta da Felix Bräutigam, vice Presidente Europa di Porsche AG, navigato da Pietro Innocenti, Direttore Generale del Brand per il nostro Paese, e una 356 A Speedster del 1956 con a bordo le giornaliste Laura Ciarallo del TG5 e Himara Bottini inviata di AutoCapital. Entrambi gli equipaggi sono stati “accompagnati” per tutta la durata della gara da alcuni giornalisti a bordo delle nuovissime Porsche 911, spinte dall’inedito motore Turbo, e dalle Cayenne S Hybrid (plug in).

I 120 iscritti hanno portato in gara una tipologia di vetture molto variegata dando vita a una sorta di museo itinerante, con una ventina di storiche Lancia e altrettante di Alfa Romeo, con esemplari in qualche caso molto rari come la 1750 Spider Veloce prototipo, schierata dal noto collezionista Corrado Lopresto, e in più di una decina di Fiat, oltre ad altri marchi che hanno dato vita e interesse all’edizione 2016 della Winter Marathon. In conclusione bisogna ammettere che la gara appena conclusa ha racchiuso alcune interessanti novità, esaudendo le aspettative di molti equipaggi. Consensi anche per scelta di far partecipare le regine dei rally degli anni ‘70. Prossimo appuntamento del calendario Grand’Eventi la Winter Race, a Cortina.

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