In questo spazio voglio sottolineare alcune incongruenze delle vetture di oggi. Hanno un insieme notevole di aiuti al guidatore, ma quanto a comodità, nelle sue forme più elementari, non ve ne è una. Alludo alla mancanza di sedi adatte a riporre le cose più ovvie che ogni automobilista, o quasi, porta con sé. Mi spiego. Per una o due bottigliette il posto c’è su quasi tutte le vetture di recente produzione. Ma – è bene precisare – che sono quasi sempre ricavate in posizioni in cui le bottiglie recano fastidio gestuale al guidatore, il quale spesso, nei movimenti richiesti dalla guida, è condizionato dalla presenza di questi recipienti. Ma non basta. Chi guida, solitamente, deve collocare a bordo diversi oggetti, dai telecomandi di casa (inserire la combinazione nell’apposito sistema di fianco allo specchietto retrovisore interno è impresa da laurea in ingegneria elettronica) ai telefonini (oggi sono due a testa, in media), alle chiavi di casa, agli occhiali. L’unica possibilità è di ammucchiarli nel posacenere, ma bisogna metterli uno sopra l’altro e, siccome così collocati, finiscono per debordare, c’è anche la scomodità del recupero. Restando in tema di oggetti da trasportare in auto, passiamo ora ad analizzare il vano bagagli. O si ha la precisione di un samurai nel collocarvi i pacchi (e bisogna che la loro superficie complessiva sia molto vicina alle misure del bagagliaio) oppure, come sempre accade, i sacchetti del supermercato colmi di acquisti, col variare della velocità e per le frenate, finiscono per fluttuare come in assenza di gravità. D’accordo che alcune Case hanno tentato di ovviare a questa scomodità lampante, ma l’hanno fatto con sistemi di bloccaggio tanto complessi e per niente agevoli da scoraggiare dal tentare l’operazione. E poi, cari lettori, come vedreste una signora alle prese con reti difficili da agganciare o, peggio, con quei birillini da collocare nell’apposita scanalatura per rendere saldo ciò che si trasporta? A questa lacuna concorre l’ampiezza del vano: più è largo e più la possibilità di far rotolare il contenuto aumenta. è vero che oggi l’automobile offre comodità fino a ieri impensabili ed è altrettanto vero che, per sfruttarle, sia necessario seguire un corso serale di computer. Ciò che sorprende è che i costruttori conservano nelle loro auto scomodità di facilissima eliminazione, ma nessuno pare occuparsene. Un’altra di queste è costituita dalla cintura di sicurezza. Non tanto per i suoi effetti, che sono in grado di salvare vite umane e quindi ben vengano, quanto per la difficoltà che i più incontrano ad allacciarle. Esistono rare automobili le cui cinture sono facili da allacciare. Una volta che si è riusciti a ghermirla mentre è distesa dietro o si nasconde lungo lo schienale schiacciata dal corpo, occorre far scorrere il nastro di ritenzione a due mani alternativamente, quasi si dovesse salire su di una fune. Quando poi si lo scopo di distenderla è raggiunto, ecco la vera difficoltà da superare: avviare la ricerca dell’apposita fibia e infilarvi la linguetta di chiusura. Si rischiano lesioni alla spalla destra.

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