Un’automobile connessa con gli altri veicoli e con le infrastrutture stradali è garanzia di una circolazione più fluida e sicura. Ogni Volvo di oggi e di domani rappresenta una sorta di terminale in contatto con il mondo circostante, per intuire i pericoli del traffico, evitare incidenti, viaggiare in modo più rilassato e, anche, parsimonioso

La regolarità e la prevedibilità dei flussi di traffico sono alla base di una circolazione stradale più sicura e meno dispendiosa. Ecco perché – e alla Volvo ne sono tutti convinti – è fondamentale che le vetture siano il più possibile collegate le une alle altre e con l’ambiente circostante.

Un primo esempio dell’importanza di essere “linkati” con le altre automobili che procedono nelle nostre vicinanze lo forniscono i sistemi di navigazione di ultima generazione, che valutano l’intensità del traffico stradale in base alla densità di telefoni cellulari accesi lungo il percorso e, all’occorrenza, segnalano percorsi alternativi. Differenti colori bordano le strade principali e le autostrade, indicando dove il traffico è più o meno intenso.
Ovviamente la tecnologia Volvo guarda ancora più avanti: non a caso la Casa svedese fa parte dal 2012 del consorzio Car2Car, del quale fanno parte altri Costruttori e aziende della componentistica, con l’obiettivo di creare una rete di interscambio di dati tra vetture di tutte le marche attraverso un sistema wireless abbinato a un localizzatore GPS. In tal modo l’intensità del traffico su un determinato itinerario sarà misurabile direttamente dal numero di vetture presenti sul percorso e, con opportuni interventi sulle infrastrutture, i semafori innanzitutto, potranno essere alterate le durate del rosso e del verde per snellire il traffico.


Già le dotazioni delle Volvo del 2015 possono permettere una guida semi-automatizzata: grazie al cruise control adattivo fino all’arresto e ripartenza, con dispositivo di frenata d’emergenza automatica, al monitoraggio degli angoli ciechi dei retrovisori esterni, all’avviso di abbandono involontario della corsia di marcia con correzione della traiettoria, l’intervento manuale del guidatore potrebbe essere limitato. Va detto che, al momento, le difficoltà maggiori per la realizzazione di una guida automatizzata al 100% sono costituite dall’inserimento nelle rotatorie, dall’immissione in strade con visibilità ridotta e dal comportamento del veicolo di fronte a un ostacolo fermo. Anche per queste ragioni tecniche, la mobilità autonoma in automobile non è ancora pronta a una diffusione in grande serie, pur essendo stati condotti a termine positivamente numerosi test su strade aperte al traffico.

Insieme con l’azzeramento virtuale degli incidenti stradali, l’obiettivo di medio periodo di Volvo è l’introduzione della guida automatizzata: dal 2017 una flotta di cento XC90 “superdotate” circoleranno a Göteborg con altrettanti guidatori a bordo e potranno procedere autonomamente verso le destinazioni programmate di volta in volta o essere condotte manualmente dai rispettivi guidatori. Per Volvo, resterà facoltà del guidatore scegliere se affidarsi ai chip o muovere volante e pedali nel modo convenzionale. L’obiettivo è duplice: migliorare il comfort nei percorsi più trafficati, dove il conducente non deve più preoccuparsi di accelerare e frenare, e ridurre il consumo di carburante, visto che l’elettronica è in grado di gestire con più accortezza le risorse energetiche dell’auto. Per ottenere in sicurezza questi risultati occorrono radar a corto e lungo raggio e laser in grado di individuare oggetti fino a 150 metri di distanza dall’auto con un raggio di 140 gradi, che producono dati necessariamente ridondanti per evitare pericolosi “vuoti informativi”, potenzialmente più probabili in caso di condizioni meteo difficili. È comunque previsto che, in situazioni climatiche proibitive, la guida autonoma venga disattivata e sia richiesto al guidatore di assumere direttamente il “comando” della vettura. Accanto ai dispositivi presenti sull’autovettura Volvo sta sperimentando anche il proprio contributo a livello di infrastrutture: magneti in ferrite “annegati” nell’asfalto a 2 cm di profondità consentono di individuare la posizione dell’auto rispetto alla strada.


È e sarà sempre più la “vista” dell’automobile a consentire l’automazione di alcune funzioni della guida: il mix di informazioni generato dal radar frontale inserito dietro la calandra delle Volvo e dalla telecamera posta sul parabrezza, opportunamente elaborate da una sofisticata centralina elettronica, sovraintende al funzionamento del City Safety, che comprende anche la funzione Pedestrian Detection e che innesca la frenata automatica d’emergenza non solo se un’altra vettura “taglia la strada” e il guidatore non accenna a una reazione, ma anche se un pedone o un ciclista si inseriscono improvvisamente nella traiettoria della Volvo. Il vantaggio fondamentale del dispositivo City Safety rispetto al comportamento umano è che l’elettronica riesce a effettuare sistematicamente frenate con la massima intensità, mentre solo un pilota professionista riuscirebbe a ottenere spazi d’arresto analoghi.
Allo stesso modo, con il Queue Assist la vettura che procede in colonna “aggancia” di fatto il flusso di traffico che procede nella sua stessa direzione ed effettua autonomamente rallentamenti e ripartenze, senza quindi affaticare il guidatore con ripetuti azionamenti di freno e acceleratore.
Anche il dispositivo Driver Alert monitora il comportamento dell’auto all’interno delle linee di demarcazione della carreggiata, in questo caso per definire il livello di stanchezza del guidatore, misurato in base agli scostamenti dell’auto dalla traiettoria ideale. Se il dispositivo ravvisa una guida distratta, il simbolo di una fumante tazza di caffé prende forma sul display della strumentazione invitando il conducente a una sosta ristoratrice.
Il collegamento dell’auto con la segnaletica stradale, orizzontale e verticale, porta a un duplice ordine di benefici: da un lato, la “lettura” della linea di mezzeria consente di avvisare il guidatore del suo eventuale superamento involontario ed eventualmente di iniziare una correzione di traiettoria, dall’altro la visualizzazione dei segnali stradali sulla strumentazione o sul monitor del navigatore consente a chi sta al volante di ricevere informazioni utili e verificate in tempo reale, compresi i divieti di sorpasso e le limitazioni temporanee di velocità. Tutto ciò implica un miglioramento del livello di sicurezza del viaggio, ma anche un certo risparmio… se si pensa alle contravvenzioni evitate!
Un altro modo di sfruttare i sistemi di “lettura” dell’ambiente circostante già ampiamente utilizzato da Volvo è quello che sovraintende al funzionamento del dispositivo di parcheggio automatico Park Pilot. Le telecamere dell’auto, aiutate dall’andatura lenta, cercano spazi disponibili per inserirsi in manovra, sia allineandosi al marciapiedi sia parcheggiando in parallelo, a pettine o a lisca di pesce. L’evoluzione del sistema, in questo caso, è legato alla velocizzazione della ricerca e delle manovre e a un affinamento complessivo delle misurazioni, che consenta di inserire l’auto in parcheggi dove gli spazi disponibili siano appena maggiori della lunghezza della vettura, cosicché le ricerche siano più rapide.

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