Parigi, con il suo Mondial de l’Automobile, apre la stagione dei Saloni autunnali dell’automobile, che si concluderà ai primi di dicembre con il doppio appuntamento italiano di Bologna (MotorShow) e Milano (Auto Show)

Fioccano le novità, nei Saloni automotive in ogni parte del globo terracqueo, con enfasi sulle proposte più ecologiche (ibride plug-in, ibride semplici, elettriche) e sulle supercar ultrahigh performance, le une destinate ad accontentare il pubblico occidentale, dotato della maggior sensibilità ambientale, le altre quello asiatico e russo, più orientati verso i beni di consumo più ostentativi. L’industria transalpina, da padrona di casa, e quella tedesca, leader incontrastata del mercato, fanno la parte del leone nei padiglioni del quartiere fieristico parigino, mentre quella italiana appare in affanno, con poche eccezioni costituite dai marchi più prestigiosi. Francia e Italia sono accomunate dal trovarsi in una profonda crisi, politica ed economica. Incidentalmente innescate dai “governi delle tasse”, che hanno stroncato in un sol colpo l’imprenditoria e le vendite sul mercato interno, generando un non imprevedibile calo delle entrate fiscali. C’è una differenza sostanziale però tra Italia e Francia: l’industria transalpina è fortemente radicata sul territorio, mentre da noi l’eccesso di burocrazia, la pressione fiscale insostenibile e il costo del lavoro eccessivo, specie in rapporto ai salari percepiti dai lavoratori (che determinano poi i consumi interni), hanno fatto fuggire molte imprese oltre i patri confini. Il mercato dell’auto segue questo andamento al rallentatore: il modesto incremento delle vendite registratosi nell’anno in corso (+3,5% nei primi 8 mesi del 2014, ma -0,2% ad agosto) è dovuto interamente al progresso registratosi negli acquisti delle aziende, mentre il mercato dei privati (famiglie), vera cartina di tornasole della salute dell’economia nazionale, segna il passo restando al palo con dati allineati a quelli disastrosi del 2013. “Senza provvedimenti – ha affermato Massimo Nordio, Direttore Generale e Amministratore Delegato di Volkswagen Group Italia – la mobilità rimane sempre meno accessibile e conseguentemente il destino del mercato dell’auto nel 2014 resterà segnato da volumi modesti ed insufficienti a reggere i bilanci della filiera distributiva, con conseguenze dirette sul fatturato, sulla capacità di gettito fiscale e sul mantenimento di un livello di occupazione che nei soli settori della vendita e riparazione autoveicoli vale 255.000 posti di lavoro, un numero di gran lunga superiore (circa 10 volte) rispetto a quello della produzione di automobili in Italia”. Che l’Italia si confermi regina delle opere incompiute lo confermano due fatti: le dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, sulle possibili azioni a favore della mobilità individuale, tra le quali la possibilità delle famiglie di detrarre parte dei costi di acquisto delle automobili, non hanno trovato spazio nel Decreto “Sblocca Italia”, e l’inaugurazione della tanto attesa (e costosissima) autostrada A35 BreBeMi è avvenuta prima che la tratta iniziale e quella finale fossero collegate alla viabilità rapida locale, rendendola di fatto un’opera (almeno per il momento) inutile.

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Redazione

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